Il 22 giugno del 2010 veniva meno, in Croazia, Massimiliano Iaquinta. Un incidente in moto, assurdo quanto inspiegato. Mai una corsa, un capriccio, un eccesso nella sua storia; pulita, bella, ricca di valori.
Giovane ingegnere dell’Eni, aveva girato il mondo, occupandosi di importanti progetti per la produzione e distribuzione di energia. In Malesia, Spagna, Inghilterra, nell’est europeo e agli Usa, mostrò capacità e umanità fuori del comune. Aveva la passione e la bontà del passato, quella che si trasmetteva in famiglia, a scuola, nella quotidianità di un tempo perduto; rallentato, lontano dalla globalità e dall’oblio. Era un esempio per colleghi, amici e parenti.
L’ingegnere Iaquinta esprimeva l’amore per la terra d’origine e uno spirito universale: si sentiva figlio di San Giovanni in Fiore, che gli aveva dato la purezza dell’animo, e nel contempo cittadino d’ogni dove. Legava con tutti e non trascurava mai nessuno. Premuroso, con umiltà senza pari si preoccupava dei compagni di scuola, di università, di viaggio. Confortava e incoraggiava chiunque incontrasse; disponibile all’ascolto, all’aiuto, al consiglio disinteressato. Era il più bravo: negli studi, nel lavoro, nella vita. Con lui era impossibile litigare, perché sapeva comprendere, guardare le cose dal punto di vista dell’interlocutore. Sapeva includere, aggregare, sdrammatizzare. Non era invadente, gli interessava che ciascuno riuscisse a realizzarsi, come ricordava il professore Peppino Nicoletti, “secondo le proprie inclinazioni”.
Tgr Rai Calabria, 17 agosto 2013. Servizio del giornalista Pasqualino Pandullo sulla presentazione di AMI (Associazione Massimiliano Iaquinta), con interviste alla madre di Massimiliano, signora Maria Caputo. Una breve memoria di Massimiliano Passione radiofonica, Massimiliano, originario di San Giovanni in Fiore, si laureò brillantemente in ingegneria all’Università della Calabria. In Erasmus andò in Danimarca. Lì si fece notare per il suo senso dell’amicizia e per la solidarietà espressa negli studi e nella vita. Era convinto che nessuno dovesse rimanere indietro. Lavorò prima come ricercatore in Calabria, poi in Fiat. Andò via dall’Italia convinto che non ci fossero spazi per esercitare la sua professione. Fu assunto all’Eni come progettista dirigente. In questa veste girò il mondo: Malesia, Spagna, Inghilterra, Emirati Arabi, Usa e Croazia, facendosi notare per la sua grande capacità tecnica – si occupava di pozzi di petrolio – e la sua umanità. In Calabria tornava per tre settimane, in estate. Era un esempio per il suo senso dell’amicizia, della famiglia e della società. Premuroso, generoso, ottimista, credeva che tutti potessero realizzarsi. Per questo, incoraggiava amici e conoscenti. Sempre. L’Associazione Massimiliano Iaquinta, AMI, si propone di premiare lo studente delle superiori più capace e meno abbiente del territorio, offrendo una vacanza studi all’estero. Massimiliano, infatti, amava la sintesi, l’integrazione tra le culture, le radizioni, e le storie dei popoli.